Fonte: Mdzol.com

Tra schiuma, coriandoli e tamburi si nasconde la grande impresa di una squadra che ha nel proprio DNA il successo e nella sua gente la propria forza.
Già, perché il Boca Juniors non poteva sciupare l’occasione di entrare nella storia vincendo il primo storico campionato argentino a 30 squadre e le chiavi di un successo tanto importante sono diverse. I battiti di una Bombonera che “trema” accompagnano le gesta di una squadra dal grande carattere e dallo spirito vincente: fondamentale in un campionato tanto lungo l’appoggio del proprio pubblico anche in momenti delicati come la crisi post eliminazione in Copa Libertadores arrivata dal River Plate nello scorso aprile.
Ancor più decisiva però è stata la mano del Vasco Arruabarrena che ha saputo trasmettere la propria personalità ad un gruppo esperto e vincente: necessario in tal senso il mix tra i giovani ed i veterani in cui sono emerse le qualità delle promesse Meli, Cubas e soprattutto Calleri valorizzati dai talenti cristallini di Lodeiro, Osvaldo e infine Tevez.
Il successo di questo Boca Juniors dipende tanto dal rientro a La Boca di Carlitos che ha saputo dare carisma, tecnica e fantasia ad un reparto d’attacco già di livello. Essenziale la capacità di calarsi immediatamente in un campionato così differente dopo le tante partite disputate fino a luglio con la Juventus e la nazionale; impressionante la simbiosi tra l’Apache ed il suo popolo che finalmente è riuscito a superare il trauma dell’addio di Riquelme trovando in lui il nuovo idolo.
Gli altri contributi d’esperienza decisivi sono stati quelli di Lodeiro e del Cata Diaz, fondamentali soprattutto nel finale della stagione con prestazioni di assoluto livello. Il trequartista uruguaiano è tornato ai suoi massimi livelli e merita una mansione d’onore per un finale di stagione senza eguali.
La reazione caratteriale decisiva del Boca Juniors di quest’anno è arrivata dopo il KO nello scontro diretto contro il San Lorenzo: la squadra di Arruabarrena da lì in poi non ha sbagliato un colpo e ha vinto partite difficilissime come il Superclasico in casa del River e la trasferta di Cordoba contro il Belgrano giocando addirittura in nove contro undici. Gare del genere hanno segnato giocoforza il cammino di un team in costante crescita che più di tutti ha meritato il successo.
Questo è un Boca Juniors con tanta fame di titoli: mercoledì ci sarà la finale di Copa Argentina contro il Rosario Central, grande antagonista anche in campionato e rivelazione dell’anno 2015, ma il vero obiettivo è quello di scacciare la maledizione Copa Liberatdores che manca dal 2007 e che negli ultimi anni è stata alzata al cielo dalle due grandi rivali degli xeneizes: San Lorenzo e River Plate.
Dopo quattro anni passati senza sorrisi il Boca Juniors è tornato grande e fa tremare il Sudamerica: e allora via di nuovo a schiuma, coriandoli e tamburi perché “Boca ya salió campeón” e la Bombonera in giornate così è il posto più bello dove vivere il calcio.

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