Foto: Corriere dello Sport

La vita andrebbe presa un po’ così. Con la strafottenza di chi ha capito che non ha senso prendersi sul serio, nemmeno quando sei a un quarto di finale di un Europeo e non hai mai giocato una partita così importante, e fai il bulletto di quartiere contro il portiere più forte del mondo in questo momento. Io ti ho capito, Graziano. Hai avuto paura, probabilmente. Fa paura Neuer, lo sappiamo. Ha parlato a ogni calciatore italiano dal dischetto, ha provato a innervosire il rigorista con quei saltelli, guardando sempre negli occhi l’avversario di turno. Hai deciso di rispondere così, indicandogli come avresti tirato. Il cucchiaio.

La nostra generazione è stata abituata a questo. A essere un po’ irriverente, a sconfiggere i mostri sacri con il sorriso sulle labbra, con quell’aria da chi non se ne importa mai davvero. Come se la vita non c’importasse. Come se fosse tutto uno scherzo, un divertimento. Il calcio, però, è un gioco. Il gioco più bello del mondo. Lo hai guardato negli occhi, hai provato a innervosirlo rispondendo alle sue provocazioni, poi hai allargato troppo la traiettoria. E se lui fosse rimasto fermo, e se tu avessi tirato il rigore mezzo metro più centrale, oggi saresti il simbolo di un’Italia che vuole irridere l’avversario tedesco, il più forte. Oggi saresti il simbolo del nostro modo di intendere la vita.

De Gregori cantava di non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, ma di paura ne hai avuta. L’hai saputa nascondere, e poi è andata male. Siamo in un paese nel quale se fai un cucchiaio in semifinale di un Europeo e ti riesce sei un mito, ma se lo sbagli sei il colpevole di ogni male. E se Totti avesse sbagliato a Euro 2000? La vita è anche questo. Ci siamo gasati con quel gesto. Abbiamo pensato: “Vai, Graziano!”. Nessuno in quel momento aveva da moralizzare. Lasciali parlare, il mio modo di intendere la vita resta quello: “Ti faccio il cucchiaio, rimani centrale”. Prima o poi toccherà a quelli come noi. Nel frattempo, io ti voglio bene Graziano, ma la prossima volta fagli il cucchiaio. Sul serio.

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