La vita da calciatore è indubbiamente errante. Sono pochi quelli che nascono, crescono e si affermano nello stesso luogo, nello stesso stadio, nella stessa squadra. Inoltre più si scende di categoria e più si è giramondo, subentrano infatti altri fattori, imprevedibili e a volte incomprensibili. Interni alla persona, come quelli caratteriali ed affettivi, ed esterni, quali scandali societari, interessi economici e prese di posizione ambigue. La vita e la carriera di Davis Curiale però sono qualcosa di molto più complesso. La sua terra, la Sicilia, è stata una presenza costante, a volte ingombrante, altre salvifica. L’ha conquistato con le sue bellezze, gli ha strappato un pezzo di cuore, l’ha ammaliato col suo richiamo, l’ha consolato, l’ha lanciato nel calcio che conta, gli ha elargito gioie e dolori. Proveremo dunque a raccontare la sua storia ripercorrendo tutte le sue partenze e ripartenze, le sue delusioni, le sue scelte, i suoi incidenti, i suoi drammi, le sue vittorie, i suoi dubbi, le sue sensazioni.
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Cominciamo dal tema del viaggio per comprendere come per l’attaccante classe ’87 sia stato tutto diverso, accentuato, amplificato. Davis nasce a Colonia da emigranti siciliani. Bastano alcuni vasi rotti e qualche mobile scheggiato per casa rincorrendo un pallone a far capire ai genitori che, oltre ad una sana educazione e una spiccata cultura del lavoro, occorra iscriverlo ad una scuola calcio. Mülheim Nord, Porz Eil, Fortuna Colonia, per molti è il classico straniero di provincia, ma grazie alla sua bontà, a fiumi di gol, alla sua determinazione da siciliano, meridionale, italiano, si guadagna presto il numero 10, la fascia di capitano e gli apprezzamenti di tutti. E di reti il ragazzo ne segna tante anche in patria, sulle spiagge del trapanese tra Tre Fontane, Triscina e Marinella, quando in estate la famiglia Curiale torna per le vacanze. Proprio durante uno di questi soggiorni estivi, il 15 luglio 2002 (data che spesso esibisce nelle esultanze), il padre rimane vittima di un incidente stradale, dramma vissuto in diretta, a 15 anni, a pochi metri di distanza, su di una bicicletta. Con la fine dell’estate però la famiglia, dati i richiami scolastici e lavorativi d’oltralpe, è costretta a tornare con il cuore a pezzi in Germania. L’anno seguente tuttavia, in un torneo di calcio a 7 in spiaggia, Davis viene notato da un certo Giovanni Montalbano, non un commissario di polizia ma il tecnico del Salemi, una società di prima categoria, che gli propone di tornare in pianta stabile in Sicilia per giocare a calcio. Lui non è convinto, resta diffidente verso quella terra che sente sua nonostante la viva come un amore da lontano, nonostante gli abbia portato via papà Vito. Il corteggiamento dura un anno, nel 2004 il ragazzo torna definitivamente in terra sicula con mamma Finetta e la sorellina Paola.

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L’esperienza con il Salemi dura poco. Dopo qualche mese si trasferisce nella squadra del suo paese, il Campobello di Mazara, dove segna 9 reti in 18 gare contribuendo ad una storica promozione in D, prestazioni che gli consentono di essere ingaggiato dal Palermo. Per un tifoso juventino come lui non è il massimo, ma i rosanero sono il simbolo dell’intera isola, Davis ne è orgoglioso, non spreca l’occasione e trascina la Primavera alla semifinale scudetto persa contro l’Inter con 28 reti che gli permettono di vincere la classifica marcatori. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti, Curiale è un attaccante moderno ed estremamente completo, potente e allo stesso tempo dinamico, non possiede il dribbling del suo idolo Ronaldo ma ha un ottimo fiuto del gol. Inizia dunque la girandola di prestiti in giro per la penisola, caratterizzati da medie realizzative altissime in C1 con Ravenna e Sambenedettese, e gol sporadici e mancanza di continuità in B tra Vicenza, Cittadella e Crotone. Nell’agosto del 2011 passa a titolo definitivo alla Triestina, voluto fortemente dal ds Recchi. In Prima Divisione il ragazzo vive di molti alti e pochi bassi, a gennaio quindi torna in cadetteria, a Grosseto. In terra toscana tuttavia trova un nuovo incidente sulla sua strada. Alle 5 e 30 del mattino di una domenica di ottobre, l’auto sulla quale viaggiava assieme ai compagni Crimi (alla guida), Asante e Formiconi finisce contro un camion. Questa volta nulla di tragico, non ci sono danni significativi a parte la vettura praticamente distrutta. Alcool? Colpo di sonno? Il presidente Camilli non vuole sentire spiegazioni e li mette fuori rosa in attesa di venderli a gennaio. Questo episodio lo porta a riflettere. Miracolato, pensa di tornarsene in Germania, e passa alcune settimane in prova prima al Münster e poi al Duisburg. Una volta rescisso il contratto con i maremmani però decide alla fine di restare in Italia accasandosi al Frosinone.
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L’apice della sua carriera: 17 reti in una stagione e mezza che permettono ai ciociari di conquistare al termine dei playoff 2013/2014 la promozione in B. Curiale ha la possibilità di sentirsi finalmente protagonista, i tifosi lo apprezzano non solo per la sua persona, per la sua maglia perennemente sudata, per il suo dispendioso lavoro in mezzo al campo, ma anche e soprattutto per la caparbietà e la freddezza che contraddistinguono un vero bomber. A Frosinone trova inoltre un tecnico come Stellone capace di dargli fiducia e fornirgli le giuste motivazioni, un compagno di attacco con cui completarsi come Daniel Ciofani ed una compagna che lo ama e che gli darà anche un figlio. Davis si conferma anche in Serie B siglando 9 gol in 19 partite, un bottino di tutto rispetto che permette alla squadra di navigare in ottime posizioni di classifica. Eppure a gennaio qualcosa si rompe, opta di conseguenza per tornare di nuovo nella sua terra, quella dove è sepolto il padre, ritrovandosi così a guardare in tv i festeggiamenti dei suoi ex compagni per la prima storica promozione in A dei Ciociari.

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Il 2 febbraio 2015 dunque si trasferisce al Trapani. Il rapporto con Cosmi si affina gradualmente e le sue 4 reti aiutano i siciliani a raggiungere una meritata salvezza. In estate si verifica il consueto tiremmolla, al suo agente arrivano diverse proposte, a Davis piacerebbe rimanere in Sicilia ma a Trapani hanno le idee poco chiare. Arriva la chiamata del Lecce: progetto ambizioso, piazza calorosa ed esigente, stadio importante, calciatori di primo livello. I dubbi svaniscono, Curiale si rimette in discussione, riempe nuovamente le valigie e sbarca in Puglia. L’ambientamento si rivela più difficile del previsto. Il miglior stato di forma stenta ad arrivare, la rosa va amalgamata, ci sono diverse prime donne, i salentini cambiano allenatore in corsa, cambiano gli schemi di gioco, arrivano le prime critiche e ci si mettono anche alcuni problemi fisici. L’astinenza da gol si interrompe il 29 novembre ad Agrigento, ancora una volta nella sua isola, di fronte ai suoi amici, l’ennesimo segno del destino. Domenica poi, la firma d’autore. Curiale entra ad inizio ripresa e ribalta con una doppietta l’iniziale vantaggio del Benevento al Via del Mare. Il secondo gol, un destro al volo potente e preciso, rappresenta una liberazione, il bomber corre tutto il campo per andare festeggiare sotto la Nord con una simbolica maglietta con su scritto: “Scusate il ritardo!”.
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Ma i tifosi lo avevano già perdonato, sapevano che prima o poi si sarebbe sbloccato perché per il Lecce è un giocatore fondamentale ma soprattutto perché Davis si è sempre rialzato dai periodi bui grazie alla sua determinazione, alla sua voglia, al suo cuore che è riuscito sempre ad andare oltre l’ostacolo. Noi gli auguriamo dunque di togliersi altre fantastiche soddisfazioni perché le merita, è un grande attaccante ed una splendida persona.

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