Credit: David Cannon/Allsport

A me non importa sul serio se Maradona sia stato il più grande di tutti i tempi o meno. Non m’importa perché non è il torneo di ping pong parrocchiale con una finale tra lui e Pelè, con Platinì e Van Basten che piangono per un’eliminazione in semifinale. Non m’importa perché è il calcio. L’arte del pallone. La bellezza del gioco più bello del mondo. Non m’importa perché per me Maradona è stato uno spettacolo nello spettacolo. E quella vecchia diatriba, che va a risolversi in uno scontro generazionale senza senso alcuno, ha solo rovinato il fegato di tanti adulti e di tanti trentenni, più delle birre che hanno bevuto al bar tra una partita e l’altra.

Mi domando, soprattutto, se a loro importi davvero. Se tra dieci anni qualcuno mi domandasse chi sia stato per me il più grande di tutti direi Messi probabilmente. E mi troverei a litigare con il cinquantenne che vorrebbe spiegarmi le gesta di Maradona, e con il vecchietto che mi parla di Pelè. Nella più sterile e inutile delle polemiche. Ma – dicevo – a me non importa se Maradona sia stato o meno il più grande di tutti i tempi. A me importa che abbia saputo regalare i brividi a chi era a Monaco di Baviera durante il riscaldamento di Napoli-Bayern Monaco. Ballando quella vecchia canzone, che diceva che “Live is Life”. Mi importa che Maradona abbia dato gli stessi brividi a me, tramite Youtube. Il resto è roba da oratorio, senza che nessuno si offenda. Il resto è arte. Quella di chi oggi compie 55 anni, e questo m’importa. Era un modo, come un altro, per augurare buon compleanno. Al più grande di tutti. Almeno per oggi, dai.

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