Cesena è il primo vero crocevia del campionato: domenica sera capiremo se il campionato è una questione tra il Cagliari e i romagnoli, con l’incognita Crotone a completare il fattore C, o se questo Bari che gioca male, ma raccoglie punti (vi ricorda qualcuno là sopra?), può inserirsi nella corsa. Non è solo la classifica a dirlo. È la tradizione, l’ambizione di Nicola, che tende però a smorzare i toni parlando di play off e non di promozione diretta. Il Presidente Paparesta è stato chiaro: niente cali di tensione, niente brutte figure, ma soprattutto, non accontentarsi di un pari. Ecco perché sembra davvero l’esame di maturità e i tifosi lo sanno, visto che si presenteranno in 1500 in Romagna.

Cesena e Bari hanno spesso dato vita ad appassionanti duelli: a volte hanno conquistato la promozione assieme, altre volte hanno dato vita a sfide appassionanti e assai poco cavalleresche come quella del 1994, quando Biato e Piraccini, ex baresi, diedero vita ad un vero e proprio far west contro Protti (foto cover, credits) e Tovalieri, dopo aver espugnato il San Nicola. Ma questa è un’altra storia. Bentornato a Raffaele Palladino, ultimo svincolato del Parma, che torna a Crotone e sarà sicuramente un valore aggiunto per i calabresi. Ascoli-Perugia è già la prova del nove per Mangia, partito malissimo a Vicenza. L’altro big match è quello tra Spezia e Cagliari. I sardi sembrano aver capito come si vince la serie B, i liguri si sono un po’ smarriti, ma l’occasione è ghiotta.

baroni

Vincere, per Bjelica, vorrebbe dire alzare prepotentemente la voce. I mezzi tecnici ci sono, le motivazioni anche. E il Cagliari da trasferta è tutt’altro che imbattibile, almeno questo dicono i numeri. Attenzione al Novara, perché Baroni sta lavorando benissimo, e presto la sua squadra potrebbe diventare un outsider importante. Lo stesso mister dopo essere partito molto bene a Lanciano e poi essersi perso (con una squadra non costruita per andare in Serie A), e dopo aver perso la panchina del Pescara sul più bello, ha più di qualche sassolino da togliersi dalla scarpa. E chissà che Novara non sia il posto giusto per scrivere una nuova storia. Anche perché a Salerno tira una brutta aria, e Torrente non è più così tranquillo. Nessuno, d’altronde, è profeta in patria.

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