Qualche giorno fa avevamo parlato degli articoli di alcuni quotidiani sportivi italiani sul caso Ramsey, e sulla “maledizione” secondo cui quando segna il calciatore dell’Arsenal il giorno dopo muore un personaggio famoso. Oggi scoppia nuovamente il tormentone Ramsey, che ieri ha segnato contro il Liverpool ad Anfield Road. La rete del calciatore gallese viene accostata in questo caso alla morte di Alain Rickman, attore famoso per aver svolto un ruolo importante nei vari film della saga Harry Potter. Ma cosa c’è davvero dietro la “maledizione Ramsey”? Vi forniamo 3 mosse, piuttosto semplici, per smontare razionalmente una storia tanto assurda quanto macabra, che danneggia l’immagine pubblica di un bravo ragazzo e di un buon calciatore.

RAMSEY È UN TREQUARTISTA, QUINDI È NORMALE CHE VADA IN GOL
Aaron Ramsey è un centrocampista offensivo, con spiccate doti negli inserimenti in area avversaria. Sicuramente la coincidenza per la quale è capitato qualche volta che un personaggio famoso sia morto nelle 24 ore seguenti a un suo gol è curiosa, ma bisogna ricordare due aspetti che la rendono molto meno singolare: Ramsey gioca per segnare, e ogni giorno nel mondo muoiono tanti vip. Come tutti. Immaginate di montare la stessa storia su un gol di Hamsik, di Pogba o di chiunque altro: troverete anche lì coincidenze strane. È la logica dei grandi numeri, baby.

I 55 GOL DI RAMSEY
Il calciatore dell’Arsenal ha segnato in Carriera 55 gol negli ultimi 5 anni. Mica pochi. Non si tratta di un difensore centrale che magari realizza due reti all’anno e quando capita muore un vip. Si tratta di un calciatore che va in doppia cifra ogni anno, praticamente. E i vip muoiono ogni giorno, anche i lunedì o i giorni dopo un turno infrasettimanale di Premier.

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IL CASO GIROUD
Provate a montare una storia del genere su un altro calciatore, e vi faccio un esempio immediato. Sia ieri che sabato scorso ha segnato anche Olivier Giroud, compagno di squadra di Ramsey e attaccante francese dell’Arsenal. Ieri addirittura una doppietta. Ci mettiamo comodi e aspettiamo un’altra morte eccellente? Ah, no? Meglio così.