Foto: Marco Luzzani/Getty Images Europe

Un titolo simile per un giocatore che ha dovuto star fermo per mesi a causa di un’aritmia cardiaca suona quasi come una beffa, ma sta di fatto che l’esterno francese oltre ad essere stato il migliore in campo tra i nerazzurri, ha anche vestito i panni dell’anima della squadra, nonostante le ovvie limitazioni fisiche dovute alla lunga inattività.

Una partita da incorniciare per il giocatore francese, schierato titolare da Roberto Mancini tra lo stupore generale. Ma evidentemente il tecnico interista, che in queste due settimane ha potuto osservare al meglio i giocatori non impegnati con le rispettive nazionali, i miglioramenti del giocatore li stava appuntando da settimane, come testimoniava il suo costante utilizzo nelle partite precedenti, seppur da subentrato. E chissà che Biabiany non possa essere quell’uomo che mancava nello scacchiere di Mancini, quel giocatore veloce e capace di saltare l’uomo, magari avviando pericolosi contropiedi. Una scelta indovinata quella del tecnico di Jesi, che aveva deciso di affidarsi al giocatore francese in una partita decisiva per i nerazzurri, in una gara cartina di Tornasole delle ambizioni scudetto della squadra. Biabiany questa sera ha potuto condire la sua buona prestazione con un gol di pregevole fattura, tornando sul tabellino dei marcatori dopo più di un anno di astinenza (l’ultimo gol l’aveva segnato con la maglia del Parma nel maggio 2014).

Buona la gara del francese, che nonostante fosse alla prima da titolare in questo campionato, ha potuto calpestare l’erba di San Siro ben 85 minuti, mantenendo comunque un buon ritmo partita. Quella contro il Frosinone è stata una partita in cui il giocatore ha potuto gradualmente prendere confidenza con la squadra e con il terreno di gioco, passando da una prima parte di gara nell’anonimato al gol, quasi inaspettatamente, sfruttando una spavalda uscita del portiere ciociaro Leali, che respingendo con i pugni un tiro non proprio pericolosissimo di Ljajic ha servito al francese il pallone della rinascita. Da quel momento la partita di Biabiany è stata in discesa, tra cross ottimi serviti nell’area avversaria e quella doppietta sfiorata nei primi secondi della ripresa, dopo una cavalcata da amarcord che per poco non finiva nel migliore dei modi.

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Una bella ricompensa quella che Biabiany ha consegnato all’Inter ed a Mancini, quella squadra e quel tecnico che in estate decisero di tesserarlo nonostante il suo futuro come calciatore fosse ancora una mezza incognita.