L’inizio di un nuovo ciclo o quello di uno spiacevole ridimensionamento? Se l’erano chiesto in tanti all’inizio di questa stagione a proposito del Napoli. L’ingaggio di Sarri e di Giuntoli, autentici profeti del calcio di provincia, aveva fatto storcere il naso all’ambiente partenopeo, cosi desideroso di imporsi ai più aliti livelli del calcio nazionale ed internazionale. Con Benitez, malgrado alcuni persistenti limiti e difficoltà, gli azzurri erano comunque stati capaci di vincere una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana ed una semifinale di Europa League: mai cosi vincenti ed in alto in Italia e soprattutto nel vecchio continente dal 1989.

Ed il tecnico di Figline Valdarno, reduce da una lunga gavetta nelle serie minori, era stato come dicevamo prima, accolto con estremo scetticismo. Soltanto 7.000 le tessere staccate in campagna abbonamenti, suggellate da un inizio tutt’altro che entusiasmante, con l’amarezza per la mancata conquista del piazzamento in Champions ancora viva. Ed un Higuain che sembrava in rotta di collisione con l’ambiente, e pronto a fare le valigie per piazze e destinazioni più prestigiose.

Quasi non ci si crede, dopo quattro mesi, allo scenario attuale. Perché quella squadra cosi bistrattata quest’estate è adesso, con merito, prima in classifica. Un primato meritato per il gioco espresso, le capacità dei singoli e l’ottima interpretazione delle partite. La vittoria giunta ieri contro l’Inter, pur rischiando di essere seriamente compromessa negli ultimi minuti di gara, rende giustizia ai valori espressi sul campo in queste prime quattordici giornate. Un rendimento esaltante anche in Europa League con cinque vittorie su cinque, 15 punti ed una superiorità sugli avversari a tratti imbarazzante. In fondo, per mettere le cose a posto, non c’è voluto molto.

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I meriti di questo momento positivo hanno tanti padroni. Uno su tutti, proprio Maurizio Sarri: da una parte tatticamente capace di dare maggiore compattezza ed equilibrio a tutti i reparti, specie quello difensivo, e dall’altra abile psicologo nel recuperare emotivamente giocatori come Higuain e Callejon. Ha saputo ridare nuovi stimoli ad un gruppo che a giugno scorso pareva scosso ed allo sbando. Alta è poi la percentuale di vittorie totalizzate da quando è dalle parti di Fuorigrotta: oltre il 70% delle gare condotte. Tutto senza strafare, con quasi tutti gli interpreti della scorsa stagione.

Quanto al centravanti argentino, i numeri stagionali parlano chiaro: 14 partite di campionato, 12 gol. In verità la classe dell’ex Real Madrid era già nota a tutti, ma dopo una scorsa stagione soddisfacente solo a tratti, quella attuale sa di rinascita, se non di seconda giovinezza. Non solo per vena realizzativa, ma anche per consapevolezza dei propri mezzi.

Altre parole di elogio andrebbero spese anche per Reina: cosi fortemente voluto dal Bayern Monaco, si sta erigendo sempre più a leader spogliatoio, e le sue esultanze sfrenate di ieri ne sono una conferma. Per non parlare degli interventi provvidenziali su diverse delle palle gol capitate sui piedi di Icardi e compagni. E se con gli azzurri riuscisse emulare gli show forniti ai tempi dei successi con la Roja? Tutta Napoli spera. Ma ora ci sara una pressione non indifferente da gestire. Adesso che dopo 25 anni è nuovamente possibile guardare tutti dall’alto verso il basso, sarà importante non soffrire di vertigini.