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Devo essermi sbagliato, probabilmente. Ieri c’era un vento autunnale che ti fa già capire che tra un po’ ci saranno le caldarroste negli angoli delle strade, la temperatura è scesa, l’equinozio d’autunno è passato e l’estate anche. Almeno secondo logica. C’è una vecchia legge – mai scritta – del calcio che dice che il gioco più bello del mondo ha una propria logica che esula dalla logica in sé. Sarà vero, probabilmente. Se siamo a fine Settembre ed è ancora calcio d’estate.

Senza che si offenda nessuno di quelli che stanno andando forte in questo avvio di campionato. Non si offenda Paulo Sousa, passato dall’essere uno “sporco juventino” all’essere un fenomeno della tattica in appena un mese e mezzo. Nel frattempo ci sono le vittorie con le due milanesi, i 15 punti in classifica e la consapevolezza di aver messo su un giocattolo che se dovesse funzionare anche nei mesi più freddi potrebbe farci divertire sul serio. Non si offenda – però – nemmeno Ventura, che ormai è abituato agli exploit di inizio stagione. E anche ai risultati mirabolanti di Maggio, per essere sinceri: perché lui è uno di quelli per cui stupire è all’ordine del giorno. Nella normalità delle cose.

Il calcio d’Estate è quello che nella credenza comune “non vale”. Perché è calcio d’Estate, appunto. In realtà andrebbe soltanto letto nell’ottica di un qualcosa che è ancora in fase embrionale, senza esaltarsi e deprimersi. Questa Serie A, attualmente, sembra calcio d’Estate. La Juve è partita in una maniera disastrosa, ma è a -10 e per i bookmakers rimane la favorita per il titolo. Siamo nel campionato più pazzo degli ultimi 10 anni. Quello nel quale è favorito chi ha perso 3 partite su 5 giocate. Quello nel quale quando qualcuno prova ad arrogarsi il titolo di “favorita”, come l’Inter, poi ne prende 4 in casa. Benvenuti dove la logica non esiste più. Ma è calcio d’Estate, non dimenticatelo.

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