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A volte ritornano o magari si affacciano ad una nuova dimensione per la prima volta. Euro 2016 – a causa soprattutto dell’allargamento a 24 squadre, roba da mondiale – vedrà infatti ai nastri di partenza nazionali inedite o che da tempo mancavano ai grandi appuntamenti internazionali. Vuoi per immatura cultura e tradizione calcistica, sfortuna cronica negli spareggi o, molto più semplicemente, imperfezioni tecniche e tattiche. Ora invece sono qui e chissà che magari da qualcuna di loro non possa scapparci qualche clamorosa sorpresa. O comunque un cammino dignitoso.

Prendiamo ad esempio i casi di Albania ed Austria. La squadra di Gianni De Biasi solo due anni fa aveva sognato di approdare ai mondiali brasiliani, fallendo però alcune decisive sfide finali nel girone di qualificazione: un sogno ad occhi aperti dopo anni di anonimato, fortunatamente solo rimandato di due anni. Merito soprattutto della qualità sempre più importante di molti dei calciatori del paese delle due aquile e che militano nei vari campionati esteri (alcuni di loro, come già si è scritto, provengono anche dalla Serie B italiana). Un sospiro di sollievo, invece, per il Das Team: non partecipava ad un europeo solo dal 2008 (peraltro organizzato assieme alla Svizzera, eliminazione al primo turno) ma non riusciva a vincere un girone di qualificazione dai tempi di Francia ’98. Una vera e propria crisi non all’altezza della storia e del blasone, ora fortunatamente colmata grazie alle qualità di giocatori come Dragovic, Alaba, Arnautovic (Inter, te lo ricordi?), Janko e Fuchs, difensore di un sorprendente Leicester campione d’Inghilterra.

Non meno eclatanti sono anche i ritorni sulla scena internazionale di squadre come Galles ed Irlanda del Nord. Curiosa la storia dei primi: non partecipano ad una rassegna iridata dai mondiali di Svezia 1958 (onorevoli quarti di finale il risultato ottenuto) e negli anni seguenti hanno fallito una serie di partite decisive. Ad esempio la sfida persa contro la Yugoslavia per Euro 1976, lo spareggio con la Scozia per Messico ’86, quello contro la Romania per USA ’94 o quello contro la Russia per Euro 2004. Tutti ultimi passi decisivi per partecipare ad Europei e Mondiali, tutti clamorosamente falliti. Non questa volta. Per quanto riguarda il Nord Irlanda, invece, questa nazionale mancava sulla scena internazionale dai mondiali di Messico 1986. Miglior risultato in assoluto? Lo stesso del Galles. Entrambe mai agli europei, quella in Francia sarà la prima volta. Ed il Regno Unito può nuovamente contare su tre formazioni su quattro dopo trent’anni. L’en plein, però, rimane ancora un ricordo datato e risalente ai già citati mondiali scandinavi (quattro su quattro, Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord). Combinazione inedita per una fase finale degli europei (il massimo prima d’ora era stato di due sole squadre, Inghilterra e Scozia, nel 1992 e nel 1996).

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Prima volta in assoluto ad un Europeo per la Slovacchia, che prende parte per la seconda volta nella sua storia ad una rassegna iridata dopo Sudafrica 2010. Dall’altra parte del mondo era andata bene: eliminata l’Italia ai gironi, Hamsik e compagni si sono però arresi agli ottavi di finale contro l’Olanda che poi diventerà vice campione del mondo. Lecito, dunque, aspettarsi qualcosa di interessante anche in questa esperienza francese. Prima volta in Europa da qualificata sul campo, invece, per l’Ucraina. Quattro anni fa la nazionale gialloblù aveva ospitato assieme alla Polonia Euro 2012, uscendo immeritatamente al primo turno. Anche in questa circostanza, come già tante volte in passato, per decretare la qualificazione di Yarmolenko e soci si sono resi necessari gli spareggi: passati per fortuna, rispetto a quanto invece è accaduto nel 1998 (contro la Croazia), 2000 (contro la Slovenia), 2002 (contro la Germania), 2010 (contro la Grecia) e 2014 (contro la Francia). Miglior piazzamento nella storia? Quarti di finale a Germania 2006, coppa del mondo.

Storica partecipazione in assoluto – non solo ad un Europeo, ma anche in generale ad una competizione internazionale – per la sorprendente nazionale Islandese. Già vicina due anni fa ad una storica qualificazione ai mondiali (spareggi persi contro la Croazia), è stata una delle primissime formazioni a qualificarsi in anticipo per la spedizione francese. Una nazionale composta anche dagli italiani Magnusson e Hallfredsson, ma che può ancora contare sull’estro di Eidur Gudjohnsen, ex grande giocatore di Chelsea, Barcellona e Monaco. Applausi anche per l’Ungheria, nazionale dal passato glorioso (due volte vice campione del mondo, nel 1938 e nel 1954) e che mancava ad una competizione internazionale da Messico 1986. Per quanto riguarda gli europei, invece, la formazione magiara vi parteciperà per la terza volta nella sua storia: nel 1964 in Spagna si usci da terzi, in Belgio nel 1972 da quarti. Poche spedizioni e abbastanza fortunate. Clamorose, infine, le esclusioni dall’Europeo francese di Grecia ed Olanda. I primi solo 12 anni fa erano campioni d’Europa, i secondi invece erano reduci dal terzo posto ottenuto in coppa del mondo in Brasile.

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