Bisogna anche saper perdere, soprattutto dopo un girone d’andata impeccabile, condotta sopra ogni ragionevole aspettativa. La fiamma dei sogni nerazzurri è ben lungi dal spegnersi per una sconfitta arrivata in casa contro il Sassuolo nei minuti finali, ma il titolo di campione d’Inverno è ormai sfumato. Al giro di boa è il Napoli a essere davanti a tutti, con buona pace di chi aveva dominato il campionato in lungo e in largo. L’Inter ha ritrovato la voglia di sognare, la forza per cercare di lottare fino alla fine per lo scudetto. E così sarà. Perché la squadra che ha perso contro il Sassuolo ha mostrato anche cose positive. La squadra di Mancini ha giocato un buon calcio, e ha visto infrangersi i propri tentativi soltanto contro un ottimo Andrea Consigli, uscito da San Siro da eroe della domenica storica del Sassuolo.

Mancini ne esce male invece. Ha sulla coscienza qualche decisione tecnica rivedibile. Ha cercato di spingere la propria squadra in attacco, lasciando il fianco scoperto a un Sassuolo che in contropiede va a nozze. Ma non fa mea culpa. Non davanti ai microfoni almeno. Attacca l’arbitro, parla di errori e vuole rivedere una manata di Berardi nel primo tempo. Non è – evidentemente – lo stesso allenatore che a Empoli il giorno dell’Epifania aveva vinto con qualche errore arbitrale. Perché capita a tutti. E bisognerebbe saperlo accettare. Bisognerebbe saper accettare l’errore, se c’è (ma in questo caso è tutt’altro che scontato), e saper accettare la sconfitta. Magari rivedere un atteggiamento tattico kamikaze piuttosto che una manata involontaria nel primo tempo. Perché in fondo le vittorie nascono proprio dalle sconfitte. E oggi Mancini ha perso. Solo lui.

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