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Ha vinto il più forte. Non so se ha vinto quello che meritava di più il pallone d’oro, ma ha vinto il più forte. Quello che ha dimostrato negli ultimi anni di essere il più forte. Il miglior calciatore al mondo. Che sia il migliore di sempre, degli ultimi 10 anni o dell’ultimo ventennio m’importa poco. Molto poco. Messi è una della manifestazioni sublimi del calcio. L’arte applicata al gioco più bello del mondo. Messi è uno dei motivi per cui nonostante il calcio scommesse, nonostante gli scandali, nonostante i tanti interessi economici, quando rotola un pallone è poesia nel cuore di un bambino.

E ha vinto lui. Per la quinta volta in carriera. Che forse è anche troppo, perché avrebbero potuto cambiare, come dice qualcuno. Ma Neymar lo sa che prima o poi toccherà anche a lui, perché è un predestinato. Ma dovrà aspettare la pensione di Leo probabilmente, ed è stata l’unica sfortuna che ha avuto dalla vita: essere contemporaneo a uno dei più forti di tutti i tempi. Forse il più forte. Ma qui spesso si sfocia nello scontro generazionale, e non è proficuo. Di certo Messi è fuori dal comune.

Qualcuno dimentica, volontariamente o meno, che decidere chi sia stato il miglior calciatore dell’anno non è facile. E spesso il metro di valutazione è soggettivo. E forse la vera follia è quella di voler assegnare ogni anno un pallone d’oro, come se il calcio fosse una scienza esatta. Ma non lo è. E allora si metta l’anima in pace Cristiano Ronaldo, che è un altro che ha avuto dalla vita la stessa sfortuna di Neymar, ma lui è riuscito a essere più forte di Messi per qualche tempo. E non è un ossimoro. Ma per quest’anno ha vinto il più forte di tutti.

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