Correva l’anno 1966. L’Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrera aveva dominato i palcoscenici italiani e internazionali per circa un triennio, vincendo tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali. La stagione 1966-1967 si apre con 5 vittorie consecutive e un solo gol incassato. Esattamente come allora, l’Inter del Mancini 2.0 si porta in testa alla classifica con 5 successi consecutivi e un solo gol subito nei 450 minuti fin qui disputati. Le analogie si fermano a questo mero dato statistico: appare eccessiva, infatti, la distanza tecnica tra due squadre così lontane nel tempo. Per completezza di informazione, quell’undici leggendario, in cui giocavano Facchetti, Burnich, Corso, Suarez, Mazzola e Jair (solo per citare i più noti), non riuscì a vincere un altro scudetto, giungendo secondo alle spalle della Juventus.

Forse non tutti ricordano un’altra Inter, quella della stagione 1972-1973. Finita l’epopea straordinaria di Moratti padre, la formazione allora allenata da Giovanni Invernizzi riuscì, nelle prime cinque giornate di campionato, a fare meglio dell’attuale, non subendo neanche una rete. Il dato dei gol incassati, da sempre fondamentale nel determinare gli andamenti della nostra Serie A, è oggi ancor più incoraggiante se i riferimenti sono tanto lontani nel tempo e gli accostamenti così nobili. Mancini ha costruito una difesa solidissima, aiutato anche da una buona dose di fortuna, può rivendicare con orgoglio non solo l’enorme mole di lavoro svolto fin ora, ma anche una seria candidatura alla vittoria finale del titolo. A distanza di 49 anni, riuscire dove il “mago” Herrera ha fallito, significherebbe entrare nella storia leggendaria dell’Inter.

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