Juventus-Napoli è una di quelle sfide che hanno segnato la storia del nostro calcio. Il motivo è semplice, la gara di sabato è un incontro-scontro tra due città lontane fisicamente e culturalmente, tra il freddo torinese ed il calore partenopeo, tra la Mole Antonelliana ed il Maschio Angioino, tra Piazza Castello e Piazza del Plebiscito, tra il Parco del Valentino ed il Vesuvio, tra gli ipocriti luoghi comuni dell’encomiabile laboriosità del Nord e la pigra arte di arrangiarsi del Sud, tra la compostezza e professionalità torinesi e l’alleria ed appocundria napoletane.

Una rivalità calcistica particolarmente sentita, ma come vedremo piuttosto recente e discontinua. La Juventus nasce nel 1897 mentre la società partenopea viene fondata dopo ben 29 anni, nel 1926. Il Napoli degli albori si rivela fragile ed incostante, e , ad eccezione di occasionali risultati prestigiosi, è costretto ad osservare gli importanti traguardi dei bianconeri in campo nazionale (prima squadra ad indossare la stella dei 10 scudetti). Con l’entrata in società dell’armatore e poi sindaco Achille Lauro i partenopei, grazie a cospicui investimenti, si svincolano dal provincialismo ottenendo due prestigiosi quarti posti nelle stagioni 1952-53 e 1957-58, la vittoria della Coppa Italia 1961-62 (unica compagine a vincere la Coppa Nazionale militando in Serie B) e le prime apparizioni nella Coppa delle Coppe. Il San Paolo diviene a mano a mano l’inespugnabile fortino odierno e perfino i titolati juventini faticano a tornare a Torino con i 3 punti in tasca.

Gli anni Settanta inaspriscono la rivalità tra le due squadre a causa dei cosiddetti “scippi”. Il potere della famiglia Lauro scema considerevolmente, le redini della società sull’orlo del fallimento vengono raccolte dal giovane imprenditore Corrado Ferlaino, il quale in un primo momento, per risanare le finanze, è costretto a cedere proprio ai rivali bianconeri il portiere Dino Zoff ed il bomber José Altafini. Il gol riproposto nel video risale al’74-75: una rete rivelatasi fondamentale per lo Scudetto bianconero, condita dall’indimenticata esultanza del brasiliano che a Napoli venne accolta come un vero e proprio tradimento. La Juventus si aggiudica una serie innumerevole di Scudetti ed il Napoli si conferma come una delle sue principali antagoniste sulle ali del calcio totale professato da Luis Vinicio.

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Non ce ne vogliano i tanti protagonisti che non verranno citati, ma gli anni Ottanta possiamo comodamente dividerli a metà. La prima parte è occupata da Platini, dai titoli numero 19, 20, 21, 22 della Vecchia Signora, senza dimenticare la prima Coppa dei Campioni, la seconda invece dal genio di Diego Armando Maradona, capace di trascinare i partenopei alla vittoria di due scudetti, della terza Coppa Italia, della prima Supercoppa Italiana nel’90 (5 a 1 proprio contro la Juve di Maifredi). Ed è proprio in questo periodo che la rivalità travalica i confini calcistici: l’intero meridione si identifica con il Pibe de Oro (che fece, prima ancora di Ferlaino, innamorare l’avvocato Agnelli salvo poi essere scartato da Boniperti per la bassa statura), con quella Napoli che si avvia all’era della modernità, si rinnova nell’aspetto urbanistico, si afferma come una delle capitali europee della cultura, si scrolla di dosso il marchio di arretratezza affibbiatole dal Nord ed ottiene la sua rivincita. Nel giro di pochi anni però la società partenopea resta nuovamente vittima delle crisi finanziarie e, grazie alle dolorose cessioni dei pezzi pregiati Zola, Fonseca, Ferrara e Cannavaro, riesce a mantenersi salda, alternandosi tra alti e bassi, ancora per un decennio salvo poi fallire ufficialmente nel 2004. La Juventus dunque, potendo contare su di una rosa di qualità elevatissima che annovera tra le proprie fila Del Piero, Conte, Di Livio, Vialli, Zidane, Nedved e tanti altri, ne approfitta aggiudicandosi nel decennio 1994-04 cinque Campionati, 4 Supercoppe Italiane, la nona Coppa Italia della sua storia, e le seconde Champions League, Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale.
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Il nuovo Napoli di Aurelio De Laurentiis e la Juventus post Calciopoli si ritrovano in Serie B nel 2006-07. Entrambe al termine del campionato vengono promosse nella massima serie ed impiegano qualche stagione per riadattarsi al calcio che conta. Dal 2010 prende corpo la storia recente che tutti conosciamo: i bianconeri imbattibili di Conte ed Allegri, i partenopei unica squadra italiana a qualificarsi per sei anni consecutivi per l’Europa, le Supercoppe infinite o avvolte nelle polemiche, le reti di Cavani, Lavezzi ed Hamsik, quelle di Tevez, Pogba e Caceres, ed ora di Higuain e Dybala. Sabato si toccherà l’apice di una rivalità lunga 84 anni, fatta di uomini e di gol, una gara imperdibile.