Fonte: Elnuevoherald.com

Storie pazze, storie di Sudamerica. Huracan, emblema dell’unicità del futbol sudamericano, mongolfiera (Globo in argentino il suo soprannome) apparentemente destinata a cadere ma sempre più vicina alle stelle del proprio continente.
Che storia i Quemeros, condannati all’inferno della B mentre il San Lorenzo, rivale storica con cui condivide il Clásico de Barrio, vinceva la prima Copa Libertadores della propria storia festeggiandola con uno degli uomini più influenti della Terra, Papa Francesco.
Già, il San Lorenzo. Gigante del Sudamerica che ha rubato all’Huracan ogni dignità: anche il soprannome “Ciclon” della squadra azulgrana è stato coniato di proposito perché un “ciclone” è più grande e violento di un “uragano”, stando alle traduzioni dei due rispettivi “apodos”.
¿Qué te pasa Quemero? Chiedono irrisoriamente i tifosi del San Lorenzo agli acerrimi rivali in uno dei cori più ricorrenti sugli spalti del Nuevo Gasometro, che vi succede? La storia sembra raggiungere l’apice della drammaticità nella scorsa stagione quando un Huracan favoritissimo per la promozione dalla Primera B Nacional fallisce l’accesso diretto in Primera Division e si trova per il secondo anno consecutivo a giocare uno spareggio dentro o fuori dopo il doloroso KO con l’Independiente dell’anno prima.
Nella stessa settimana del desempate però si gioca anche la finale di Copa Argentina alla quale il Globo si è sorprendentemente qualificato e la rosa non è così ampia per poter affrontare al meglio questo doppio impegno.
Ed è lì che la mongolfiera torna a volare. L’Huracan batte a sorpresa il Rosario Central ai calci di rigore e in una sera conquista sia la Copa Argentina che l’accesso alla Copa Libertadores; poi nel weekend batte per 4-1 l’Atletico Tucuman e può festeggiare finalmente il ritorno in Primera Division.
La nuova stagione parte con il successo clamoroso contro il River Plate in Supercopa Argentina ma in campionato e Copa Libertadores le cose non vanno come dovrebbero andare. Apuzzo in panchina fa un buon lavoro ma la squadra è troppo vicina alla zona retrocessione e in Libertadores esce al girone.
La panchina viene ereditata da Edu Dominguez che passa in fretta dal campo alla panchina e risolleva le sorti di una squadra alla deriva perché la mongolfiera di atterrare non ne vuol proprio sapere. L’Huracan si salva in campionato all’ultima giornata dopo aver fatto anche perdere il titolo al San Lorenzo con il successo nel Clásico, e in Copa Sudamericana incanta: fa fuori Tigre, Sport Recife, Defensor Sporting e infine il River Plate, di cui diventa ufficialmente la bestia nera.

Fonte: Fulbitodonet
Fonte: Fulbitodonet

La prossima settimana la squadra di Dominguez si giocherà contro i colombiani dell’Independiente Santa Fe la prima finale internazionale della sua storia, pronto ad avvicinarsi ai grandi club del continente
Incredibile il cammino del Globo, così brutto e vicino alla B in campionato ma così audace ed eroico nelle coppe. Come quella mongolfiera su cui salì Jorge Newbery, presidente fondatore del club che nel dicembre del 1909 attraversò i cieli di tre repubbliche arrivando fino alla città brasiliana di Bagé nel Rio Grande Do Sul proprio a bordo dell’aeromobile ideato dai fratelli Montgolfier che sceglierà come logo del suo club: il Club Atletico Huracan.
¿Qué te pasa Quemero? Forse se lo staranno chiedendo anche i tifosi del San Lorenzo.

Vedi anche  Dal SudAmerica all'Italia: 6 colpi di mercato possibili a Gennaio