Davide Nicola, al Bari dal novembre del 2014.

Buon compleanno, Ale”. Così recitava a fine gara, dopo la vittoria in rimonta del suo Bari a Latina, la maglietta di Davide Nicola. Un messaggio intriso di amore e malinconia, per un quindicesimo compleanno, quello del figlio Alessandro (scomparso prematuramente in tragiche circostanze nell’estate del 2014) che purtroppo non sarà mai celebrato in questa vita.

Ma Nicola è oltre e spinge forte sull’acceleratore, come quando da terzino percorreva in lungo e in largo le fasce dei campi di tutta Italia. Obiettivi sempre nuovi e misurabili, i suoi, da raggiungere con ferocia. “Avete mai scalato?”, chiese ai giornalisti al San Nicola, durante la prima conferenza stampa a tinte biancorosse, quasi un anno fa. Il percorso in Puglia, per il tecnico piemontese, sarebbe stato in salita e avrebbe assunto le fattezze di una parete rocciosa, da affrontare “chiodo dopo chiodo” e l’ex allenatore del Livorno lo sapeva fin dal principio. Ma non si è mai tirato indietro, nemmeno di fronte allo scetticismo di una tifoseria tanto passionale quanto diffidente, che da lui si aspettava risultati immediati nella seconda parte della scorsa stagione e invece è rimasta esclusa con delusione dalla giostra dei playoff.

Nicola si è rimboccato le maniche e ha chiesto giocatori funzionali alla sua idea di calcio, per la quale il numero 11 del collettivo non deve mai scendere a compromessi con le etichette dei moduli: sono gli atteggiamenti a fare la differenza, in campo e nelle gerarchie di uno spogliatoio che si è più volte esposto in difesa del proprio condottiero. A Roccaporena, durante il ritiro estivo, appena terminata una sessione di allenamento la sua attenzione era già focalizzata su quella successiva, sulle geometrie da far assimilare ai propri giocatori. Chiedere conferma, su questo, ai suoi collaboratori, spesso svegli fino a tarda notte per ascoltare le idee e le sensazioni del fiume in piena Nicola.

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Un rapporto positivamente morboso con il lavoro, quello del tecnico, che a Bari sa benissimo di giocare per una delle piazze più passionali del Sud, ma anche e forse soprattutto per la sua carriera. Dopo i successi di Livorno, infatti, il biondo Davide attende la definitiva consacrazione, nella città che fece conoscere al mondo le abilità da allenatore di un mostro sacro come Antonio Conte. “Voglio arrivare ai playoff e vincerli”, ha annunciato all’inizio di questo campionato. Dopo sei giornate il suo Bari è a due punti dalla vetta, sul pezzo, come lui. Qui si parrà la nobilitate di Davide Nicola: dovrà scollinare emozioni e classifiche; proverà a farlo con la grinta di chi ha grande passione e una enorme dedizione per il lavoro.