Johan Cruyff ha cambiato il calcio con le proprie giocate, le proprie idee. Ha cambiato il modo di guardare al gioco, con le proprie giocate e con le proprie teorie, prima da calciatore e poi da allenatore. Non è stato solo uno dei più grandi, è stato un genio. Abbiamo raccolto le 6 cose che resteranno al nostro calcio. Per sempre.

#1 L’ARCHITETTURA NEL CALCIO
Simbolo del calcio totale, dell’Olanda che ha rivoluzionato il calcio, della geometria applicata a un gioco che ancora non aveva la sovrastruttura tattica odierna. Cruijff era un genio, anche e soprattutto per questo. “A calcio si gioca con il cervello”, amava ripetere. Era un teorico del calcio già da calciatore, come spiegò il suo compagno di squadra ai tempi dell’Ajax Hulshoff. Un teorico che parlava di spazi, movimenti e tempi di inserimenti. I concetti di Rinus Michels senza la realizzazione in campo di Cruijff non avrebbero cambiato il calcio.

#2 ARANCIA MECCANICA
Insegnamento da tramandare, quello dell’Arancia Meccanica. Forse la nazionale più bella di sempre. L’Olanda del calcio totale, della creazione degli spazi, un nuovo modo di intendere il calcio. Una rivoluzione nel gioco più bello del mondo, per renderlo ancora più bello. Nessun trofeo vinto, e una finale di Coppa del Mondo persa, dopo essere passati in vantaggio. La dimostrazione che una squadra può cambiare il calcio senza vincere nulla.

#3 L’IDEOLOGIA
Rifiutò di giocare il mondiale in Argentina, per motivi ideologici. Sarebbe solo una delle interpretazioni possibili per giustificare il rifiuto di giocare quella Coppa del Mondo, ma da Cruijff ci si poteva aspettare una cosa del genere. Lui che giocò anche con la nazionale (non ufficiale) della Catalogna, e che l’ha anche allenata, appena 7 anni fa, quando per l’ultima volta è stato su un campo di calcio.

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#4 L’ALLENATORE CRUIJFF: LE BASI DEI MARZIANI
Da allenatore ha vinto la Coppa dei Campioni con il Barcellona. Sono solo 6 i calciatori ad aver vinto la Coppa dalle grande orecchie sia da allenatore che da calciatore: il suo concetto di calcio, le geometrie, le idee legate agli spazi e ai movimenti, hanno gettato le basi per avere oggi una delle squadre più forti di sempre, il Barcellona del tiki-taka e di Leo Messi.

#5 NON IL FALSO NUEVE MA IL VERO 14
Attaccante capace di fare la prima punta e giocare lontano dalla porta, partire dalla metà campo e rendersi partecipe nella manovra dei compagni. Fu uno dei primi a vedere quel ruolo così, inserito nel grande Ajax che vinse tutto in Europa. Oggi si direbbe falso nueve, ma lui era un numero 14. Autentico.

#6 LA LOTTA AL FUMO
Disse che stava vincendo per 2-0 la partita con il fumo. Poi ha perso 3-2, ma probabilmente si sarà divertito. Perché per Cruijff il calcio era questo, divertimento. Come la vita. Ha fatto una campagna contro il fumo, poi ha scoperto di avere un tumore ai polmoni. L’unico che ha spento il genio, consegnandolo all’olimpo degli dei del calcio. Diceva di avere due vizi: “il calcio, che gli aveva dato tutto, e il fumo, che gli stava togliendo tutto”. Il primo, meraviglioso, vizio ha dato tutto anche a noi.

Buon viaggio, Johan.
Tanto, alla fine, resti qui.