Il 2016 non verrà dimenticato facilmente dagli appassionati di calcio. La favola di piccole società che si sono affermate a scapito di club più quotati, dalle vittorie dell’Alessandria in Coppa Italia, all’impresa del Crotone in Serie B, fino a giungere al Leicester di Ranieri in Premier League, hanno risvegliato la coscienza dei tifosi su quella che è la vera natura di questo sport. Al di là della vittoria o della sconfitta, infatti, c’è la passione, il sentimento popolare, che rende le storie di calcio, anche quelle apparentemente più trascurabili, profondamente sentite e, di conseguenza, uniche.

L’Ideale Bari Calcio, senza falsa retorica, fa parte di una delle pagine più intense di questo racconto: «L’Ideale Bari nasce il 28 maggio 2012, da un gruppo di amici che andavano allo stadio assieme e che decisero di gestire direttamente e personalmente una squadra di calcio. Dopo un primo anno di calcio amatoriale, fatto per testare le nostre capacità, abbiamo deciso di affiliarci alla FIGC, e quindi di iscriverci al campionato di terza categoria, che abbiamo vinto quest’anno, al terzo tentativo». Sono le parole di Gianluca De Cesare, uno dei fondatori della giovane società dilettantistica barese, da poco promossa in seconda categoria.

Da un gruppo di ragazzi che andavano a vedere le partite del Bari in Curva Nord, è nata una nuova idea di calcio, fatta di passione e sostegno popolare: «L’idea di costituire una nostra società di calcio è nata all’indomani dello scandalo calcio scommesse che colpì il Bari. Quell’anno, dopo le nefandezze successe, decidemmo di smettere di partecipare attivamente, in qualità di tifosi, al calcio professionistico, e fondare questa squadra, che rappresentasse un calcio diverso, per favorire una nuova identità della città di Bari, allora coinvolta, sotto il profilo sportivo, in questo scandalo. Inoltre, provvedimenti quali la tessera del tifoso, insieme ad altre limitazioni sul tifo allo stadio, non ci permettevano più di seguire la nostra squadra così come avevamo sempre fatto».

Il dirigente dell’Ideale ha poi delineato i tratti organizzativi e strutturali della società, il cui perno centrale è costituito dall’azionariato popolare dei tifosi: «La nostra struttura è capillare. Naturalmente, abbiamo un organigramma, perché la burocrazia ce lo impone, ma il gruppo di amici che ha fondato la società è, allo stesso tempo, sostenitore economico del club. Finanzia la squadra, decidendo le sorti della stessa, come se vi fossero più presidenti all’interno della società. Insieme a questo, tutto il gruppo sostiene la squadra, come tifosi, in casa e in trasferta. Insomma, un azionariato popolare a 360 gradi».

Sponsorizzazioni e altre iniziative di autofinanziamento completano l’opera di sostentamento economico del club, rappresentando un modello virtuoso, al quale il calcio dilettantistico e quello di provincia (ma non solo) possono già fare riferimento: «L’idea dell’azionariato popolare si è sviluppata prima in Europa. In Italia, ci siamo arrivati dopo, però sembra che il vento stia cambiando. Come esperienze speculari alla nostra ce ne sono oramai tante. Società che affidano una delle quote azionarie ai tifosi, o che comunque vengono gestite interamente dai tifosi: l’Ancona, ad esempio, ha all’interno della società un’associazione di tifosi che si chiama “sosteniamo l’Ancona” che ha una percentuale societaria, oppure il Taranto che ha un trust di tifosi che gestisce il settore giovanile, o tutte quelle realtà di calcio popolare che gestiscono propriamente e al cento per cento una squadra di calcio, esattamente come noi: il Brutium Cosenza, il Quartograd a Napoli, l’Ardita a Roma e diverse altre. Tutti esempi sintomatici di come qualcosa stia cambiando».

«Un club gestito da tifosi, che di per sé rappresenta un modello e che, insieme ad altre realtà simili, al di là delle rivalità sportive, crea una rete, un network di reciproco aiuto e scambio. Noi ci siamo coordinati, ad esempio, con i ragazzi che gestiscono l’Ardita a Roma, con quelli del Quartograd a Napoli e del Brutium Cosenza. Cerchiamo di recepire le varie esperienze, e farle nostre, per poi gestire autonomamente la nostra squadra».

Sugli obiettivi futuri: «In questi giorni, getteremo le basi per la programmazione del prossimo anno. L’obiettivo è fare sempre meglio, quindi di non accontentarci della categoria conquistata da poco, ma cercare di spingerci oltre, portando avanti le nostre idee con coerenza. A giugno faremo una festa di fine stagione, che prevederà anche un torneo di calcetto, per mantenere viva l’aggregazione, caposaldo della nostra associazione. A questa, aggiungeremo altre iniziative che definiremo presto». E infine, sulle difficoltà che incontra chi intende portare avanti un progetto di calcio popolare, Gianluca De Cesare aggiunge: «Il problema principale è quello economico, perché il calcio popolare ti costringe a fare delle scelte coerenti, “pure” rispetto all’ambito finanziario. Mancando un grosso finanziatore, in determinate situazioni si è limitati, quindi si può dire che il problema principale sia questo».

Il calcio popolare non rappresenta una novità assoluta nello sport del nostro Paese, ma è una realtà molto lontana da quella celebrata nei massimi campionati professionistici, che possono contare su diritti televisivi e proprietà milionarie. Oggi, si avvale della rete e di uno spirito ancor più solidaristico di un tempo, per emergere, nonostante la crisi, e alimentare un interesse straordinario, spontaneo e nel quale la gente possa riconoscersi. L’emozione di vedere dei ragazzi giocare a pallone in un piccolo stadio, pieno di gente festante e allegra, dove non sono esclusi bambini e famiglie, dove non appaiono mega schermi o pubblicità luccicanti, dove si è ad un passo dal campo e si ha, al tempo stesso, la possibilità di gridare, inveire e gioire per la squadra, per quei ragazzi che, dopo la partita, bevono birra e cantano insieme ai tifosi, non ha eguali. È stata un’esperienza unica quella di partecipare ad una partita dell’Ideale Bari Calcio, perché è unico il calcio popolare, fatto dalla gente, immerso in una comunità di persone che condividono l’amore per la propria squadra. Per questo, vanno ringraziati Gianluca De Cesare e tutti i presidenti/tifosi dell’Ideale Bari, per la disponibilità, la capacità e l’impegno nel condividere questa grande passione.

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