La favola Stoke City è sotto gli occhi di tutti, come il vento che fa correre i “the potters” al Britannia Stadium. In terra d’Albione si sa, i miracoli sono dietro l’angolo come dimostrano le “volpi” di Claudio Ranieri, che ha portato alla ribalta dei tabloid inglesi perfetti sconosciuti, rendendoli famosi.

Le frecce all’arco dei biancorossi di Hughes, però, non sono né i Jamie Vardy o i Drinkwater di turno, o gli stopper vecchio stampo alla Huth, ma ben quattro meteore della nostra serie A. Gli ex “italiani” alla corte di Mark Hughes sono tutti dal trench meneghino: Shaqiri, Arnautovic, Van Ginkel e Bojan. Sono Loro i titolarissimi a ovest d’Inghilterra, e con le loro sessantatré presenze complessive, tra gol e assist, hanno fatto lo scalpo a Chelsea, alle due big di Manchester, e al lato blu della forza di Liverpool, pareggiando anche contro la sorpresa Leicester.

I potters alla diciannovesima di Premier hanno 29 punti, solo uno meno dello United e senza gli sfarzi dei diavoli rossi, è un bel più nove sul disastrato Chelsea di quest’anno. Il cuore italiano batte forte nel motore dello Stoke, laddove nel Bel paese non abbiamo avuto pazienza con i quattro ex-milanesi, etichettati troppo presto come acerbi, che hanno trovato “alla corte” della Regina una maturità impressionante, e i “cannonieri” dell’Arsenal che li affronteranno a metà gennaio al Britannia sono avvisati. Con buona pace di Wenger.

A cura di Alessio Fasano

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