Dagli Allievi Nazionali alla Serie A in circa un anno e mezzo. La splendida parabola di Luca Checchin, talentuoso centrocampista dell’Hellas Verona. In questa stagione estremamente complicata per gli scaligeri, il ragazzo classe ’97 si è rivelato fin qui una delle poche note positive. Merito di una società lungimirante, dell’ormai ex mister Mandorlini che ha vissuto il Bentegodi più da tifoso che da tecnico, che ha intuito il momento giusto per buttare nella mischia un calciatore di cui sentiremo parlare a lungo.
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In quella domenica 22 novembre sono cambiate tante cose. Esordire da titolare nella massima serie in una gara delicata e particolarmente sentita dai veneti, riuscire ad ingabbiare l’attaccante più forte del nostro campionato per quasi metà gara, e giocare con personalità, spavalderia e concentrazione, non possono essere coincidenze. Agatha Christie diceva che tre indizi fanno una prova. In molti hanno dimostrato di concordare con la giallista di fama mondiale, Checchin è stato osannato dai tifosi veneti al momento della sostituzione, ha ricevuto gli elogi di Sarri e svariati apprezzamenti sui social da parte di numerosi tifosi italiani. La prestazione del ragazzo non è dunque passata inosservata, tant’è che il suo agente, Gianni Vitali, da tre settimane a questa parte, si ritrova il cellulare intasato di messaggi e chiamate.

Il suo nome è salito agli onori della cronaca, è balzato sulle prime pagine di quotidiani locali e nazionali, ma Luca non è cambiato di una virgola, è rimasto un ragazzo responsabile, cordiale, umile, caparbio e studioso. Ripensa continuamente alla prima inaspettata convocazione con i grandi dello scorso anno, al Team Manager che lo chiamò una mattina per chiedergli quale numero di maglia preferisse ed alla sua risposta stentata, incredula ma ponderata. Una chiamata dettata da coincidenze, squalifiche ed infortuni, per il ragazzo anche oggi le motivazioni continuano ad essere le stesse ma non ci si può più nascondere quando si entra a far parte stabilmente della rosa della prima squadra.
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Partiamo però da tempi meno sospetti. Checchin nasce a Voghera il 3 maggio 1997 e cresce calcisticamente nella Valenzana dove rimane fino ai Giovanissimi. Dopo alcuni provini infruttuosi con Genoa e Torino, nel 2012 approda all’Alessandria. Due anni vissuti tra Allievi Regionali e Nazionali, conditi da prestazioni di rilievo che gli permettono di finire sul taccuino di numerosi club. La spunta l’Hellas di Sogliano, Calvetti e Gemmi, che tra prestito e conseguente riscatto spenderà meno di 100.000 euro. A Verona Luca sa che si inizia a fare sul serio, l’ambiente, l’organizzazione, i ritmi, il livello, sono da veri professionisti. Viene aggregato alla Primavera ed è proprio alle dipendenze del mentore per eccellenza, il tecnico Massimo Pavanel, che avviene la sua fondamentale maturazione calcistica. Diventa il perno della formazione giovanile scaligera, un leader tattico in sordina, gioca diventa alla difesa, detta tempi, smista palloni, agisce da filtro, da collante, fornisce assist a compagni, e si regala un gol da favola sotto l’incrocio contro il Lanciano. Si ritrova a disputare il Viareggio, torneo visto sin da piccolo in televisione, trascinando la propria squadra nella finale poi persa contro l’Inter in compagnia di Gollini, Guglielmelli, Fares e Cappelluzzo. Arrivano di conseguenza le prime panchine in A per iniziare ad entrare nel clima del calcio che conta, per respirare l’atmosfera di un derby contro il Chievo, e considerare come avversari campioni del calibro di Marchisio, Tevez e Pogba.


Quest’estate Mandorlini lo ha voluto con sé per il ritiro estivo. Il ragazzo è cresciuto tatticamente e tecnicamente, la vicinanza di Toni, Marquez, Hallfredsson non può che avergli giovato. Arriviamo al 28 ottobre, al sogno che si tramuta in realtà, all’esordio assoluto contro la Fiorentina, subentrando all’83’ al posto di Matuzalem, sotto gli occhi lucidi di mamma Tiziana. E poi a quella conferenza magica in cui Mandorlini lo annuncia titolare, ai tanti in bocca al lupo sinceri ricevuti, a quel tunnel condiviso con Hamsik ed Higuain, agli incoraggiamenti di staff e compagni, alla sicurezza messa in mostra in quei lanci di 50-60 metri per i vari Jankovic e Pazzini, precisi, anche se a volte frettolosi perché traditi dall’emozione e dalla pressione. Con Del Neri non è cambiato nulla, il talento è indiscutibile. Ha giocato dal primo minuto nel quarto turno di Coppa Italia contro quel Pavia che gli ha dato i natali ed ora si profila la probabile presenza nel prossimo week end contro il Milan, dati i tanti consueti indisponibili e la squalifica di Hallfredsson.

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Indipendentemente da assenze ed infortuni Checchin rappresenta il presente ed il futuro dell’Hellas Verona. A gennaio firmerà il suo primo contratto da professionista, già pronto, con scadenza a giugno 2019. L’agente Vitali aspetta comunque il nuovo anno per effettuare una nuova e più congrua valutazione. In Serie B Luca è richiestissimo, senza contare l’importante interessamento della Juventus. I paragoni si sprecano tra chi lo elegge a nuovo Verratti per la sua spiccata visione di gioco e chi a nuovo Veron (in miniatura) per le sue eccellenti doti balistiche e la sua abilità nel giocare anche da mezzala. Ma Luca è Luca, un playmaker ordinato e tenace, dalle movenze eleganti, abile con entrambi i piedi, in fase difensiva e propositiva, un ragazzo di 18 anni a cui auguriamo il meglio per il prosieguo della sua carriera.