Sono passate meno di 48 ore dalla “fumata bianca” relativa al passaggio di una cospicua parte “della Bari” da Paparesta a Mr. Datò Dr. Noordin Ahmad, e il capoluogo pugliese è tutto in fermento.

Il sentimento dei tifosi sui social in particolare e sui web forum in generale, è un misto tra eccitamento e curiosità, condita da quell’amore per lo straniero insito nella cultura di ogni barese. L’amore per “la Bari” è dovuto alla devozione per il patrono “San Nicola”, al quale lo stadio è intitolato, quasi a rimarcare ad ogni citazione de “l’astronave” (come identificano i tifosi lo stadio n.d.r.) quell’atto di fede che lega ogni tifoso dei “galletti” alla propria squadra.

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Come scrive il tifoso Francis sul sito orgogliobarese.it e sul forum dello stesso “To The Unknown Fan: a quick beginner’s guide to Bari and FC Bari” Bari è una fede, ed “è difficile spiegare una cosa così vicina al cuore..”

Ma quali saranno adesso le sospirate mosse della nuova dirigenza? Troverà finalmente la squadra della 9^ città italiana per popolazione, uno sponsor di maglia adeguato alle ambizioni che ha? Per rispondere a questi interrogativi abbiamo appaiato Mr. Noordin e il suo connazionale Vincent Tan, al secolo Tan Sri Dato’ Seri Vincent Tan Chee Yioun che detiene l’87,5% della franchigia gallese del Cardiff City, della quale si è accollato onori e oneri, pagando i circa 200 milioni di debiti e conferito come sponsor l’ente di marketing territoriale della Malesia che ne promuove il territorio sulle maglie, e una stagione “sola” in Premier League, un po’ le premesse del sodalizio Paparesta – Noordin.

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Le scelte operate da Mr. Tan non furono tutte azzeccate all’atto del suo insediamento. Il malese volle stravolgere la gerarchia delle maglie del club, scegliendo la maglia rossa usata per le trasferte come maglia da usare in casa, e viceversa, scatenando un polverone tra i tifosi legatissimi ai Bluebirds e i suoi colori. La già infelice scelta di cambio cromie fu seguita da un cambio di crest della squadra, passando dalla salia-salis (la traduzione ornitologica dei bluebirds) ad un non meglio precisato drago rosso molto “asiatico” e poco amato dai tifosi.

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Queste scelte operate alla prima stagione in Premier, coincise con la prima della gestione Tan, sono tutte state riviste, e nel giro di due anni e mezzo la squadra gallese è tornata a difendere le tradizioni cambiando nuovamente crest e invertendo i colori delle divise da gioco in ossequio alla storia del club, con tanto di sondaggio sul sito web e cambio effettuato a stagione in corso tra dicembre 2014 e Gennaio 2015 scorso, salutato da questo video:

Adesso il Cardiff è di nuovo color bluebirds, un po’ come si auspica il tifoso Francis, che chiede tra le altre cose allo “sconosciuto” nella sua guida da principiante di re-invertire i colori delle divise da gioco e di far tornare il logotipo dei “galletti” sulle maglie, segno che il nuovo crest del Fc Bari 1908 non accomuna i tifosi con la città e il loro credo:

Insomma ancor prima del suo insediamento mr. Noordin avrà già una missione di non poco conto, ridare ai tifosi quei simboli totemici che li identificano nella squadra, come il galletto e il “vecchio logo”, portare lo sponsor e migliorare la stadio, ma prima di tutto ciò, ridare a Bari la Serie A che è quello che la città aspetta e merita.

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