L’affermazione della Roma vista a Empoli, si aggiunge alle cinque vittorie precendenti dell banda Spalletti.

Frosinone, Sassuolo, Sampdoria, Carpi, Palermo e Empoli appunto, queste le vittime di El Shaarawy e compagni. Una ritrovata confidenza, che è palese nei numeri, ma anche nell’atteggiamento con la quale i giallorossi si esprimono in campo, e con la determinazione che mette in campo chiunque giochi, dai vetereni relegati ai cinque minuti finali, ai nuovi acquisti come Perotti impiegati dal primo minuto alla prima presenza con la squadra. Vediamo meglio quali sono i cinque motivi della rinascita della Roma:

#1 Spalletti
Indubbiamente il tecnico toscano, è l’artefice principale di questa mini-serie positiva della Roma. Ci ha messo la faccia, scontrandosi con tutti, anche con Totti, senza timori, per fargli capire che la Roma di oggi è il suo tecnico quindi il gruppo, e mai il singolo, anche se porta la 10 sulle spalle e “regge” il colosseo.

#2 El Sharaawy
La nota positiva dell’orchestra Spallettiana è il centroavanti ex-Monaco. 5 gare, 1 assist e 4 gol, tra i 18 di queste ultime sei partite, che permettono alla Roma e alla nazionale di ritrovare uno dei più devastanti uomini in attacco, e alzasse la mano chi ci avrebbe scommesso a Gennaio. Un prestito con diritto di riscatto in favore della Roma architettato da Sabatini, dal quale la classifica della Roma trae vantaggio, portata a suon di magie, all’agognato terzo posto.

#3 Il mercato
Il mercato della Roma è stato da Oscar. Sono stati inseriti tre uomini e Sabatini si è aggiudicato la miglior regia.
Di El Shaarawy abbiamo già parlato, ma Perotti non è da meno, prima punta atipica, falso nueve, che col suo lavoro in verticale cuce i reparti, serve i compagni, e fa girare la squadra come un orologio “argentino”. In difesa Zukanovic, seppur sfortunato ieri, compone la coppia dei centrali con Rudiger, e si propone, senza infamia e senza lode anche come terzino in luogo di Digne, insomma un acquisto che vale doppio nell’economia dello spogliatoio.

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#4 La difesa
Difesa colabrodo? Szczesny inadatto alla serie A? Tutti si chiedevano come mai la Roma in difesa fosse sempre sulle montagne russe, ma con soli 4 gol subiti nelle ultime sei, e ben due clean sheet (partite a porta inviolata) il muro internazionale della Roma, formato dal numero 25 polacco, dal tedescone Rudiger, Digne e Zukanovic che sono i titolari, regge tutti gli urti di questa risalita della Roma nelle posizioni che le competono.

#5 La non dipendenza da Dzeko
Da tormentone a valida alternativa. Siamo stati osservatori per un girone d’andata, di uno Dzeko croce e delizia della Roma, mentre adesso le gerarchie sono cambiate. Seppur autore di una brillante doppietta contro il Palermo e di un errore clamoroso, ieri l’ex-City si è accomodato in panca, in favore del dinamismo dei tre trequartisti là davanti, e di Dzeko non si parla più, passato da titolarissimo a alternativa di lusso, perchè quel Salah lì, proprio non lo fa rimpiangere.