Si è sciolta la neve di Istanbul. Come capita spesso. Ci ha messo tanto. Mesi, forse addirittura un anno. O forse meno, ma quello che c’era sotto è uscito fuori solo oggi. Quella neve che intrappolò la Juventus nel Dicembre del 2013 in un pantano che a molti ricordò quello di Perugia, dove fu perso uno scudetto. Istanbul è più fredda di Perugia. Non si perse uno scudetto ma la possibilità di andare avanti in Champions. Se valga più o meno di un tricolore dipende dal valore che il singolo tifoso assegna alla manifestazione e alle emozioni. Si arenò la Juve di Conte in una sequenza agghiacciante di cose andate male.

Come neve al sole. Due anni dopo di quel piccolo dramma sportivo non è rimasto quasi niente. Sotto la neve e il ghiaccio della capitale turca c’era una squadra forte, quasi perfetta tatticamente, guidata da un grande allenatore ma che in Europa si perdeva. E non era certo per il freddo polare e per il terreno di gioco arato come se fosse un campo di patate. C’era di più. C’era quello che si è sciolto. C’erano i limiti di una squadra che se in Italia dominava, in Europa steccava. Sarà anche per mentalità, per tutto quello che deriva da questa. Perché non era una squadra pronta alla competizione più bella e importante d’Europa. Non ancora.

L’evoluzione portata da Allegri è questa. E oggi la Juve farebbe bene a tenersi stretto il tecnico livornese, perché mantenere questo profilo europeo sarà difficile. I bianconeri sono reduci da una finale di Champions persa, ma giocata, e in questa stagione hanno staccato il pass per gli ottavi con un turno di anticipo. L’anno scorso bastò il pareggio con l’Atletico all’ultima giornata, quest’anno un pari a Siviglia vorrebbe dire la certezza del primo posto. Il Manchester City è andato ko due volte: allo Stadium e all’Etihad. La crescita europa è completata. La Juve per mentalità e per risultati è tornata ad essere una big d’Europa. Dopo almeno 10 anni, ma probabilmente anche qualcosina in più. Fa paura a quasi tutte. Certo, non ai marziani, ma a Vinovo questa parola non va di moda. Anche questa è questione di mentalità. Perché con i marziani la Juve ha condiviso il palco di una finale di Champions, e con loro (e non solo) condivide l’imbattibilità stagionale in Champions. In campionato fa fatica, ma la vittoria di ieri è la dimostrazione di cosa ci fosse sotto la neve di Istanbul. Perché non bisognerebbe mai dimenticare da dove si viene. Da Istanbul, da un pantano, da anni in cui la qualificazione agli ottavi non era mica così scontata.

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