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Come se non bastasse lo Spread a ricordarci quanto la Germania sia, sotto certi punti di vista, superiore all’Italia, a ricordarcelo c’è pure il calcio. Ci sono stati infatti calciatori che non avremmo mai voluto vedere giocare con squadre del Bel paese, col senno di poi. Giocatori acquistati da Juve, Inter, Napoli o chicchessia per aiutare la squadra a trovare il gol, dirigerla sulla via per la rete: trequartisti, esterni, seconde punte, attaccanti. Tutti calciatori che tatticamente e per quanto fatto vedere in Bundesliga indosserebbero la 10, ma che in Italia non hanno dimostrato di valerla.

5 HITZLSPERGER – Il meno rilevante fra i più importanti per investitura e peso specifico è Thomas Hitzlsperger, da cui la Lazio si aspettava comunque qualcosa in più. Acquistato nel 2010 alla scadenza del contratto con lo Stoccarda, è soprannominato “the hammer” per la martellante potenza del suo tiro. Colleziona molte più croci che delizie nella sua esperienza italiana, neanche paragonabile a quella tedesca. Prima di approdare a Roma, Thomas gioca dal 2005 al 2010 con lo Stoccarda, con cui nel 2007 vince un miracoloso scudetto da protagonista (30 presenze, 7 gol) insieme ad un calciatore che ritroveremo più avanti. È una mezz’ala che si adatta anche all’out di sinistra. Le uniche martellate che dà sono ai telecronisti ogni volta che devono pronunciare il suo nome: poche volte per fortuna, visto che il tedesco gioca 6 volte in 6 mesi, collezionando un gol. Gli appassionati lo ricordano più per il coming-out con cui dichiara di essere omosessuale che per l’esperienza italiana. Campione in Germania, fantasma in Italia, impronunciabile in cabina di regia, 15 sulle spalle, Flop.

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4 PODOLSKI – Il simbolo della funzionalità del calcio tedesco. Uno dei tanti oriundi della Nazionale che ha appena vinto il mondiale. Lukas ne ha già giocati tre di mondiali, fin dai tempi del Colonia; squadra in cui è diventato grande e si è preso il titolo di Prinz Poldi: la prima volta con 46 reti, la seconda volta 33. In mezzo 3 anni al Bayern ad alti livelli. Rendimento sempre straordinario; tanto che da Colonia, in cui è diventato principe, passa a Londra: la città della regina, all’Arsenal. Tre anni in Inghilterra fra alti e bassi e poi il prestito all’Inter. Le aspettative sono direttamente proporzionali alla delusione del suo apporto: 16 presenze e un solo gol. Il tiro che lo ha reso tanto temibile, in Italia spaventa solo le rondini che sorvolano gli stadi. La velocità per cui era temuto, in Italia diventa moviola. Prinz in Germania, giullare in Italia, 11 sulle spalle, Flop.

3 ELIA – Arrivato in Italia dall’Amburgo per 10 milioni di euro, Eljero Elia è l’uomo che avrebbe dovuto rendere veloce come il vento la fascia sinistra della Juve di Antonio Conte. Nella sua esperienza juventina riesce soltanto a rendere calda la panchina che lo ospiterà per tutta la stagione. Riesce comunque a laurearsi campione d’Italia con le sue 4 presenze. Eppure in Germania seminava il panico sulla sua fascia di competenza. Partiva, rientrava e tirava che era un piacere vederlo. Lo è stato anche dopo esser passato da Torino, quando è tornato in Germania, al Werder Brema. Sarà che le Apli gli mettevano tristezza. Scattante in Germania, seduto in Italia, numero 17 sulle spalle, Flop.

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2 MARIO GOMEZ – Forse la Germania è la patria dei supereroi, fatto sta che in Italia SuperMario è tutto tranne che super. Compagno di Hitzlsperger e bomber nello Stoccarda dello scudetto, garantisce continuità di gol in Bundesliga tanto che lo acquista il Bayern per 30 milioni. Coi bavaresi vince tutto ciò che si può vincere prima di passare nel 2012 alla Fiorentina per 20 milioni circa, dove con Giuseppe Rossi condivide le aspettative per un attacco da sogno e la sfiga per gli infortuni. In Italia il torero non segna nemmeno quando vede rosso. Conclude con sole 29 presenze e 7 gol in due anni. Avrebbe dovuto sostituire Jovetic, ma i viola quasi rimpiangono Papa Waigo. Torero in Germania, agnello in Italia, 33 sulle spalle, Flop.

1 DIEGO – Diego Ribas da Cunha è uno dei maggiori investimenti degli ultimi anni del calcio italiano. Acquistato dalla Juventus per 24 milioni circa in seguito alle brillanti stagioni giocate con la maglia del Werder Brema, con cui segna da 63 metri e vince coppe, titoli personali e viene inserito nella lista del pallone d’oro. Arriva alla Juve per riportarla in alto. I bianconeri si aspettano che segni, non per forza da 63 metri. Alla Juve Diego sbaglia i rigori, diventa oggetto di scherno e sfottò, non riesce nemmeno ad entrare in Europa. Buona parte del gruzzoletto incassato dalla cessione la Juve la deve all’origine brasiliana e a quanto fatto in Germania, perché in Italia Diego lo ricordano soprattutto le rondini che sorvolavano il San Nicola di Bari quando calció un “rigore” in una fredda notte di Dicembre. Craque in Germania, disastroso in Italia, 28 sulle spalle, Flop.

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Questa è la storia di 5 calciatori che in Bundesliga giocavano da 10, e in Italia hanno reso 0.

Di @FabriJZLongo