Gli attentati terroristici si stanno verificando ormai con sempre maggiore frequenza, anche il calcio più o meno direttamente sembra finito al centro del terrore. Si è iniziato con l’allarme bomba allo Stade de France lo scorso novembre, mentre pochi giorni fa il padre dell’attaccante del Galatasaray Umut Bulut è rimasto vittima dell’attentato di Ankara. La stessa sorte poteva toccare all’ex ct degli azzurri Giovanni Trapattoni, l’estenuante trattativa con la Federcalcio ivoriana sembrava destinata finalmente ad un lieto fine, il Trap avrebbe dovuto recarsi per la firma del contratto proprio nel resort di Gran Bassam, teatro del massacro perpetrato dai terroristi islamici in Costa D’Avorio che ha causato 18 morti e 33 feriti. Lo ha raccontato lo stesso allenatore all’amico e giornalista Marco Bernardini: “Sai, Marco devo proprio avere un santo che mi protegge da lassù. Oppure, molto più semplicemente, è intervenuta mia sorella Romilde che è andata in cielo due anni fa. Insomma io, la scorsa settimana, sarei dovuto partire per la Costa d’Avorio dove mi attendevano per consegnarmi la loro nazionale di calcio. Contratto di un anno e posto da favola dove vivere. Credo proprio in quel resort di lusso dove quegli animali arrivati con le barche dal mare e nascosti dietro l’alibi di una guerra di religione hanno compiuto una carneficina. Mi sa tanto che non è più tempo di andare per il mondo“.

Vedi anche  Il Leicester vince la Premier League: ex romanista costretto a radersi a zero (VIDEO)