Una vita nel calcio: da calciatore promettente che ha girato l’Italia a procuratore, per finire ad essere responsabile del settore giovanile di una società di Lega Pro e direttore sportivo richiesto. Umberto Quistelli l’anno scorso è stato responsabile del settore giovanile del Barletta e oggi ricorda così quell’esperienza: “Devo ringraziare il Barletta in primis, poi il dott. Vito Ippedico e il Presidente Perpignano che mi hanno dato la possibilità di lavorare per una societá prestigiosa. Sul campo avevamo raggiunto una salvezza tranquilla in Lega Pro, ma le vicende extra calcistiche hanno visto la societá scendere nei dilettanti”. Prima di essere dirigente però Umberto è stato anche Agente Fifa, e ci ha raccontato qualcosa di quel mondo che per qualche anno, anche con buoni successi, è stato il suo. “Lasciato il calcio giocato sono diventato subito agente fifa, lavorando per un paio di anni costruendo con i miei assistiti un rapporto di massima fiducia e consigliando loro al meglio in un mondo come quello del calcio, che non è facile. Ricordo con affetto Alessio Papasodaro, Alessio Hyseni e Federico Anedda, ragazzi di cui sentiremo parlare e che meritano tanto per i sacrifici che giorno dopo giorno fanno per raggiungere il loro sogno: diventare calciatori affermati”.

Quistelli è stato un giovane talento e un calciatore che ha fatto bene in diverse piazze. Ci ha raccontato la propria esperienza da calciatore: “Come tutti i ragazzini ho iniziato da piccolissimo quel sogno che mi ha portato a diventare un calciatore. Ho imparato a soffrire, gioire, sudare per convincere i vari allenatori che ho avuto e da cui ho appreso qualcosa. Ringrazio le società che mi hanno fatto sentire sempre al centro di un progetto, ricordo con grande affetto mister Orlando nel Bari, un grande uomo prima che allenatore e se devo scegliere una società ricordo una delle mie ultime esperienze in serie D, allo Sporting Genzano. Eravamo un grande gruppo e partita dopo partita davamo tutto in campo, ho anche tra loro tante amicizie sincere.

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Ma il futuro di un ragazzo che ha vissuto nel e per il calcio, adesso, qual è? “Al momento sono in contatto con alcune società e spero di concludere al più presto, ma chi mi prenderà, prenderà un professionista che può dare molto, avendo esperienza sia in campo, sia da dirigente. Vorrei lavorare per far crescere i giovani, che sono la ricchezza di ogni società”. Infine Quistelli ha una critica per questo calcio: Il calcio oggi è un giocattolo per persone facoltose, ma poi molti di loro non sanno nemmeno cosa voglia dire un progetto serio in questo mondo”. Il meglio, però, deve ancora venire.