Sarri ha usato “quella parola” e Mancini non ha esattamente risposto come un baronetto inglese. E quindi? L’epiteto usato dall’allenatore del Napoli è sicuramente da condannare, l’atteggiamento di Mancini, allo stesso modo, non deve essere giustificato, perché all’insulto (se così lo si può definire nel 2016) non ha certamente risposto con un complimento (anche se per alcuni potrebbe esserlo).

Nel calcio, dai campi di periferia alle serie dilettantistiche fino ad arrivare alla strapagata Serie A, se ne dicono di tutti i colori; ma nel terzo millennio, a fronte di un mondo ancora violento, diviso, socialmente iniquo ed ingiusto, bisogna stare attenti a non offendere nessuno persino quando si litiga.

Abbiamo pensato, di conseguenza, ad inventare un nuovo vocabolario per non cadere in fraintendimenti di genere, razza, colore, età, religione e qualsiasi altra possibile ed eventuale discriminazione di categoria. Posto che bestemmiare è assolutamente vietato, soprattutto sui terreni di gioco nazionali, a causa delle radici cristiano-cattoliche del nostro Paese, bisogna rivolgere l’offesa a piani un po’ più bassi rispetto a quelli celesti.

La mano davanti alla bocca è un colpo di genio, a meno che non ci si trovi di fronte Mancini e conseguente “spoiler” sulla parola misteriosa. L’insulto razziale sui giocatori di colore è decisamente démodé. La cospicua presenza di giocatori di qualsivoglia etnia e colore del nostro campionato spingerebbe per un aggiornamento 2.0 della discriminazione sulle origini dei calciatori: che dire dei brutti visi pallidi di origini italiche che si aggirano ancora in Serie A? Meglio tralasciare del tutto il colore della pelle, in campo e fuori, al di là di qualsiasi battuta.

Ci sarebbe poi il sessismo, ovvero la necessità di tutelare verbalmente mogli, fidanzate, madri fino ad andare indietro di generazioni. Il calcio se la prende soprattutto con loro e nessuno lo dice. Cosa rimane? A ben vedere un pur sempre ampio dizionario che va da Edmondo De Amicis a Geronimo Stilton, e che si avvale principalmente di vezzeggiativi e diminutivi. Le parole stupidino, biricchino e birbantello sono validissimi esempi di questo nuovo linguaggio da stadio. Ora, se Sarri avesse detto a Mancini: “Sei un biricchino” e Mancini avesse risposto: “E tu sei un monellaccio” avremmo avuto un caso di questa portata? Evidentemente no.

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Tornando su questo pianeta, al di là di qualsiasi discorso possibile che riguardi l’Italia, litigare senza insultare nessuno è impossibile. Riflettiamo un attimo (anche) su questo.