Foto Uefa.com, ©Getty Images

Che ne sanno loro, Gigi? Magari pensano fosse facile. Stavi per buttarti dall’altro lato, sulla destra. Ma Dani Alves aveva dato effetto a quel pallone. Te lo sei ritrovato lì, sulla sinistra. L’hai presa, Gigi, con quella manona. L’hai tolta dalla rete. Quando l’ho visto non ci ho creduto. Perdonami, Gigi: non ci ho creduto nemmeno al primo replay. Poi ho visto il secondo e il terzo e il quarto. Ma che hai fatto, Gigi? Peccato, davvero, che non sia bastata a farti alzare quella coppa. La meritavi, per la tua carriera. Come quella volta, quando hai fatto esultare un popolo intero. Ricordi, Gigi? Quella parata in finale su Zidane… Zizou pensava di aver già fatto gol, con quel colpo di testa imperioso. Invece no, Gigi. Era centrale, sì, ma era una botta. Tu ti sei staccato da terra e l’hai respinta, come in semifinale su Podolski. C’è tanto delle tue mani su quella coppa del mondo, Gigi. Ma loro che ne sanno? Non l’hanno mai visto un portiere come te. Probabilmente per questo non riescono a comprendere la tua grandezza, Gigi. Magari pensano sia tutto dovuto, tutto semplice. Quindi ti escludono dalla lista dei pretendenti al Pallone D’Oro. Ma in fondo a noi che importa, Gigi? Noi abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare per anni il miglior portiere della storia del calcio e di vederlo bardato dal tricolore. Hanno avuto il piacere di stimarti anche coloro i quali non hanno mai tifato per il Parma, né per la Juventus. Forse riusciamo a trovare un significato più profondo a questa esclusione, Gigi: probabilmente non c’è una lista in cui sia giusto inserirti. Tu non sei catalogabile, Gigi. Sei semplicemente Buffon, il numero uno.

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